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“La Cultura Hip Hop”, Hugues Bazin – estratto # 2

June 11th, 2007


foto: thx – 2007 

Dal libro "La Cultura Hip Hop", Hugues Bazin. Besa Editrice.

" […] Maestro e' chi riesce a sintetizzare meglio questi approcci, qualita' e attitudini in una peculiare mentalita' hip hop, contribuendo alla formazione di una scuola che approfondisca e diffonda le indicazioni dei pionieri del movimento. L'elaborazione di un messaggio da' alle espressioni artistiche ricchezza, senso e direzione. Si tratta di un messaggio di natura essenzialmente morale, che si basa sulle nozioni di responsabilita' e di consapevolezza individuale e collettiva, nonche' su alcuni valori universali fondamentali. Sta agli osservatori, agli attori sociali, ai politici percepirne l'esistenza e la qualita'.

L'intrecciarsi dei percorsi individuali compone delle reti di comunicazione e di relazione che vanno a costituire la famiglia hip hop,  una famiglia compattata da nuovi legami solidali. Ma, seguendo il disporsi dei vari fili in una trama, ci accorgiamo che i percorsi non obbediscono unicamente a strategie individuali; questa dimensione non e' sufficiente alla comprensione dell'hip hop.

Evitando le posizioni di totale rottura con l'industria culturale, l'hip hop si apparenta per molti versi a un marronage culturale, una forma di diserzione e di resistenza a qualsiasi tentativo di recupero e di assorbimento. Rispetto ai processi di alienazione, tipizzazione e normalizzazione che l'immaginario sociale produce sui temi delle bande giovanili, della banlieue, dell'immigrazione, l'hip hop elabora  delle strategie di snaturamento, una vera e propria arte della sottrazione. La sua analisi e' sorprendentemente lucida, diretta e priva di compiacenza sui discorsi e sul comportamento dei politici, di cui denuncia tutta la mediocrita' a colpi di <<explicit lyrics>>. Infine, l'hip hop traccia un quadro estremamente raffinato e realistico della societa' della sua disgregazione sociale e morale, mettendo in discussione il modello classico di integrazione (di cui percepisce l'aspetto di <<assimilazione>>) per proporne uno alternativo di mobilita' sociale e culturale.

[…]  L'esistenza di conflitti e di rapporti di forza tende a provare che il movimento hip hop possiede la consistenza di una minoranza attiva. Se questa <<minoranza>> fosse solo una costruzione posticcia, o la semplice affermazione dell'esclusione, se il gruppo segnasse unicamente il congelamento dei caratteri immutabili di una differenza, non si spiegherebbe la vivacita' culturale dell'hip hop, la sua capacita' di innovazione nonostante la forte affermazione di una o piuttosto molteplici identita'. La difficolta' sta nel fatto che questa minoranza non si definisce semplicemente su base territoriale, etnica o di classe. Questo rapporto fra <<cultura dominante>> e <<cultura di resistenza>> aquista i contorni di una peculiare <<etnicita'>> all'interno dello spazio costruito dalle arti dell'hip hop. E' dunque nella consapevolezza di questo rapporto di forza con il sistema che si definiscono delle minoranze e si sviluppa una cultura originale che le forme espressive dell'hip hop mettono in luce.

[…] Gli indicatori di queste modalita' d'integrazione e di resistenza prendono la forma dell'appartenenza a una famiglia e a un movimento, della mobilita' sociale e culturale, dell'autoproduzione economica, dell'elaborazione di un messaggio e di un progetto artistico specifici, della formazione di una mentalita' e di una scuola artistica, della difesa di alcuni valori (autenticita', gusto della sfida, non violenza, rispetto, lotta alla droga).

Ma c'e' una terza chiave interpretativa dell'hip hop, dopo quelle legate ai percorsi individuali e collettivi e al tema dell' etnicita': il nuovo spazio sociale e simbolico creato dal Movimento, uno spazio che segna la rinascita del <<sacro>> all'interno della societa'.

Qui la nozione di <<rottura>> gia' introdotta acquista tutto il suo senso in chiave di <<passaggio>> tra Cielo e Terra, di <<soglia>> che si apre sul Cosmo, di <<porta del Divino>>, affermando appunto la presenza del <<sacro>>.

Questo spazio <<sacro>> si manifesta nelle forme di espressione artistica del Movimento, che delineano nuovi spazi sociali (altro modo di definire la <<rottura>>), luoghi di corrispondenze e di relazioni abitati dal pensiero del corpo dei danzatori (b-boys, ndr), dai simboli dei graffiti, dal senso dei tag, dalla poesia urbana del rap…

A ben guardare, non si tratta di una vera e propria <<rinascita>> del sacro; questa dimensione e' sempre esistita, la modernita' l'aveva semplicemente nascosta. Attraverso un arte <<contemporanea primitiva>>, che non e' semplicemente primitiva o contemporanea ma entrambe le cose, si rivela <<la presenza dell'invisibile (tutto cio' che e' interiorita') nel visibile (l'esteriorita')>>.

Da questo punto di vista l'hip hop non si appropria dello spazio e del tempo della citta', si rifiuta alla realta' prosaica (profana) per aprire una nuova frontiera e occupare in modo diverso la strada, che va considerata come una dimensione spazio-temporale specifica in cui e' possibile, come in un rito religioso, sperimentare una ciclica <<rinascita>>, una rigenerazione, una <<purificazione>>, una reinvenzione o ripetizione rituale dell'atto creatore.

Il <<tempo del sacro>> non e' un tempo storico; possiede delle <<rotture>> e dei <<misteri>>. A interromperlo sono dei miti trasferiti nel presente, degli <<intervalli sacri>> che <<avendo una struttura e un'origine completamente diverse, non partecipano alla durata temporale che li precede e li segue: un tempo primordiale>>, che in un certo senso abolisce il tempo.

Il tempo del rap basato su linee melodiche circolari, le figure della break dance, la <<falla spazio-temporale>> aperta dai graffiti, che fanno irrompere nel tessuto sociale il proprio universo, costituiscono altrettante rappresentazioni di un ritmo concepito come <<ciclico>> e autonomo rispetto al ritmo della citta', interamente diretto verso uno scopo. <<Il ritmo e' stato concepito come qualcosa in movimento; potremmo immaginare un ritmo vicino alle radici>>.

[…] Il ruolo messianico dell' hip hop si rivela sia attraverso il messaggio che diffonde sia attraverso i nuovi spazi che apre nel tessuto sociale. "

Trascritto da THX 

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