A Bologna scatta l’ora della lotta ai graffitari. Chi imbratta i
muri e danneggia beni artistici o di proprietà privata, ricorrendo
spesso a scritte ingiuriose, dovrà fronteggiare la dura reazione delle
forze dell’ordine, che denunceranno e multeranno chi verrà pescato con
le bombolette in mano. L’iniziativa – denominata "Ricoloriamo insieme
la città" – prenderà il via il 18 settembre in due zone (il ghetto
ebraico, cuore della parte medievale, dove è stato ucciso Marco Biagi,
e via Andrea Costa, nella prima periferia) e poi sarà estesa al resto
della città. L’attenzione delle forze dell’ordine, garantisce il
sindaco Sergio Coffertati, non sarà rivolta a coloro che colorano i
muri delle città a fini artistici, per i quali saranno trovati spazi
appositi. Il progetto, che prevede anche un’intensa opera di ripulitura
delle facciate, costerà 170mila euro: nel giro di un mese, grazie agli
operatori della multiutility Hera, 4.000 metri quadrati di scritte
dovrerbbero sparire, mentre entro la metà di ottobre torneranno puliti
i muri di 46 scuole bolognesi.
A ciò si aggiungerà il "restyling" di saracinesche e portoni dei
privati, che potranno contare sui prezzi agevolati dei servizi offerti
dai consorzi di Confartigianato e Cna. Per i privati potrebbero
arrivare anche incentivi fiscali. «Faremo richiesta al Governo –
afferma il primo cittadino del capoluogo emiliano – perchè nella
Finanziaria 2008 ci siano agevolazioni fiscali a sostegno degli
interventi dei privati contro il degrado urbano».
E mentre si pensa a ripulire, nella città del sindaco, preso di
mira dagli stessi writers e dai centri sociali per la sua politica di
sgomberi, si intensifica la caccia ai graffitari ai quali, se colti in
flagranza, si applicheranno le sanzioni previste dall’attuale
regolamento di polizia municipale (multa di 50 euro) e quelle del
codice penale (da 103 euro fino a 1.032 per deturpamento e
imbrattamento di beni con valore artistico o la reclusione fino a un
anno). «C’è la legge e la legge va applicata senza alcun timore»,
ribadisce Cofferati. «In più, con il sostegno anche della Fondazione
Carisbo, si utilizzeranno le telecamere esistenti per controllare gli
spazi puliti e quelli a rischio».
(articolo da Il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Attualita%20ed%20Esteri/Attualita/2007/09/bologna-graffitari.shtml?uuid=1cb7715c-5aee-11dc-9965-00000e25108c&DocRulesView=Libero)
3/9/2007 (8:3)
– TENDENZE
Anche Roma scende
a patti con i writers
Concessi ai "graffitari" i muri della periferia
ROSARIA TALARICO
ROMA
Se non puoi vincere il nemico,
fattelo amico»: devono aver ragionato così al comune di Roma. Per
cercare di avere la meglio nella battaglia contro il vandalismo di chi
scarabocchia su monumenti e vestigia storiche il comune di Roma,
insieme all’ufficio per il decoro urbano, ha lanciato il progetto
Cromiae, destinato ai writers romani. Sono stati messi a disposizione
dei giovani writers (coloro che fanno i graffiti) dei «muri legali»,
sui quali disegnare con le bombolette spray non è reato. Alle crew (le
squadre di writers) resta il compito di dividersi gli spazi. Ci sono
poi i «muri personali», concessi per un periodo di 3 mesi ad un singolo
individuo che ne avrà la gestione. Scaduto il periodo il Comune potrà
nuovamente rassegnare il muro ad un altro graffitaro.
L’obiettivo
del progetto è duplice spiega l’assessore alle politiche giovanili Jean
Leonard Touadi: «Ridurre il vandalismo urbano e dare un’alternativa
credibile e non del tutto istituzionalizzata per esprimersi ai writers
che rendono un servizio alla collettività trasformando e colorando
luoghi del degrado, come stazioni e viadotti». La prossima tappa è una
manifestazione internazionale («Cromie The Appetizer») che si svolgerà
il 15 e 16 settembre in via della Stazione Tuscolana, alla quale
parteciperanno una sessantina di writers provenienti da tutto il mondo,
oltre quelli «locali».
Simone Pallotta è un ex writer di 28
anni che produce tag (la firma di ogni writer) da quando ne aveva 14.
Ora collabora con il comune di Roma dopo essersi laureato in storia
dell’arte. Non esattamente il profilo di un vandalo imbratta-monumenti.
E infatti è categorico nella condanna di chi lo fa. «Non ha senso
disegnare su qualcosa è già arte. Chi fa graffiti in centro senza
riflettere è fuori gioco». Simone spiega innanzitutto che l’ambiente
dei writer è eterogeneo: «C’è chi vive per strada e chi ai Parioli».
Lui è figlio di impiegati e grazie a questa sua passione ha iniziato a
guadagnare i primi soldi, «dipingendo serrande e camerette».
Per
molti lo spruzzo con le bombolette spray è stato propedeutico al
lavoro. Lo sbocco naturale dei writers è la grafica. «Quasi tutti
quelli che lavorano a Mtv come grafici hanno un passato di graffiti»,
continua Simone che ci ha fatto da guida tra i muri «legali» della
Capitale. «Ama la periferia» si legge sulla parete che costeggia
un’uscita della tangenziale, in via dei Prati Fiscali. Simone segnala
la particolarità della scritta, nascosta a tratti dal passaggio delle
macchine che sfrecciano davanti a noi, perché «si tratta di un
messaggio». I writers infatti generalmente non comunicano altro che la
propria firma. Ma non si tratta di una forma di egocentrismo come
solitamente si è portati a pensare. «La firma permette la
riconoscibilità e il confronto con gli altri writers. E’ una forma di
comunicazione. Anche se magari non viene capita dagli altri che ci
accusano di arroganza, perché dicono che i muri sono di tutti».
Il
rapporto con gli altri cittadini non è sempre facile. «Chi non fa i
graffiti, non li capisce», l’ex writer racconta che quelli che ti
mandano a quel paese dalle macchine sono parecchi. Così come, per
fortuna, quelli che si fermano a chiedere: «Bello, ma che vuol dire?».
Già, che vuol dire? Sono sigle, nomignoli. «Quello che conta è che le
lettere siano belle singolarmente e nell’insieme». L’ex writer, ora
trasformatosi in organizzatore di eventi con la sua associazione
Zerouno3nove, fa notare come il prodotto dei writers non sia arte in
senso stretto. In tanto perché non si può vendere. Poi perché quasi mai
si tratta di immagini figurative o di messaggi. «Quelli erano diffusi
negli anni Novanta con finalità politiche da parte dei centri sociali»
continua Simone. Le regole tra le crew sui muri liberi sono ferree. E
prevedono di solito che le scritte più vecchie o peggio riuscite siano
cancellate per prime da nuovi graffiti. E osservando bene le foto dei
murales si scopre che il vero nemico dei writers non sono tanto le
forze dell’ordine, ma cartelloni e manifesti che infestano i muri e che
i ragazzi strappano per poter disegnare.
IL FENOMENO
60 MILIONI
Spesa per la pulizia
In
Italia per contrastare il fenomeno dei graffiti si spendono oltre venti
milioni di euro l’anno, una cifra che va almeno triplicata se si
aggiungono i costi sostenuti dalle aziende dei trasporti, per la
pulizia dei mezzi (treni, autobus, tram e vagoni della metropolitana.
8 CITTÀ
L’accordo
Sono
molte le città che hanno concesso ai writers degli spazi legali dove
esprimersi. La prima è stata Torino alla fine degli anni Novanta. A
Milano anche l’amministrazione di centrodestra ha riconosciuto il
valore artistico dei graffiti del Leoncavallo. Accordi sono stati fatti
anche a Firenze, Bologna, Trento, Lucca, Rimini e Monza .
(da La stampa http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200709articoli/25366girata.asp)
Il piano anti graffitari di Cofferati: multe salate e un anno di carcere
di
Claudia B. Solimei – mercoledì 05 settembre 2007, 07:00
da Bologna
Multe
certe, da 50 a mille euro, a seconda che si tratti di sanzioni
amministrative o penali, e la contestazione di reati come il
denneggiamento di edifici storici che prevede condanne fino a un anno
di reclusione per chi imbratta i muri di Bologna. E poi una campagna di
lavaggio a tappeto dei muri, partendo dal cuore del centro storico, per
cui il Comune ha stanziato 170mila euro.
È l’operazione muri puliti
lanciata ieri dal sindaco Sergio Cofferati contro writers e graffitari,
l’ultima emergenza degrado individuata dal sindaco-sceriffo. A
differenza di quanto accaduto per i lavavetri a Firenze, però, non ci
saranno provvedimenti ad hoc e nemmeno il divieto di vendita delle
bombolette agli under 18: «Ci sarà una intensificazione delle azioni
contro chi imbratta i muri – ha confermato Cofferati -: più controlli
di vigili urbani in accordo con le forze dell’ordine e la rigidissima
applicazione delle sanzioni esistenti». Ma se dal piano sicurezza del
ministro dell’Interno Giuliano Amato arriveranno nuovi strumenti
repressivi, Bologna è pronta a recepirli: «Se altra strumentazione
verrà resa disponibile – ha detto il sindaco – la utilizzeremo di buon
grado. Quella di Amato è una decisione apprezzabilissima – ha aggiunto
Cofferati – ma è arrivata in queste ore. Noi su questo fronte ci stiamo
lavorando da settimane».
Per il momento, chi verrà trovato
all’opera con bombolette e pennarelli su edifici pubblici sarà multato
e denunciato d’ufficio; se i muri imbrattati sono di privati, il Comune
si impegna a sostenerne l’azione in giudizio. Perché, ha spiegato
Cofferati, «non siamo di fronte a nuove espressioni artistiche» ma a un
fenomeno «che aumenta la percezione del degrado nei cittadini». Per i
pochi graffitari-artisti, invece, il Comune ha individuato alcune zone
da assegnare tramite bando alle associazioni interessate. La pulitura
delle scritte comincerà dal ghetto ebraico di Bologna, al centro della
cittadella universitaria, una delle zone più colpite dai writers, dove
qualche mese fa comparvero anche delle scritte ingiuriose («terrorista
è lo Stato») proprio di fronte all’abitazione della famiglia di Marco
Biagi, ucciso dalle Br sotto casa nel 2002. E se è questo genere di
scritte a preoccupare di più i magistrati, la Procura di Bologna avanza
invece qualche dubbio sull’efficacia dell’applicazione del codice
penale contro chi «firma» i muri: «L’arresto è facoltativo e a
discrezione di carabinieri a poliziotti – fanno sapere dalla Procura -.
E nei casi di solo imbrattamento e deturpamento, non è consentito».
Insomma, al di là della guerra lanciata da Cofferati, per il
procuratore capo Enrico Di Nicola «bisognerà valutare caso per caso a
seconda del danno e del pericolo per la collettività».
(da Il giornale http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=203833)
"E ora muri puliti"
Guerra ai writers
sanzioni e denunce
Più controlli, applicazione rigida di multe e codice penale, una
campagna di ripulitura dei muri, ma anche spazi ad hoc per i graffitari
che fanno arte.
È il piano "Ricoloriamo insieme Bologna"
presentato ieri dal sindaco Sergio Cofferati per eliminare le scritte e
i disegni che ricoprono i muri della città e, come ha spiegato il
sindaco, "aumentano il senso di degrado nei cittadini". Tre le azioni
previste dal Comune, che nel progetto investe 170mila euro: pulizia,
repressione ed educazione.
Al via il 18 settembre
Hera
comincerà la pulizia dei muri il 18 settembre dal ghetto ebraico, una
delle zone più frequentate dagli imbrattatori. L’altra zona da cui
comincerà il lavoro è via Andrea Costa, dove il 26 è in programma una
festa della strada. Inoltre, i pulitori di Hera hanno già cominciato a
lavare i muri di 46 scuole. Poi, via via, la pulizia si estenderà ad
altre zone della città. Nel 2006, Hera ha ripulito 31mila mq di muri,
nei primi mesi del 2007, fino a luglio, già 22mila.
Più controlli
"Ci
sarà una intensificazione delle azioni contro chi imbratta i muri – ha
annunciato il sindaco Cofferati -: più controlli e la rigidissima
applicazione delle sanzioni esistenti". Nessun ordinanza ad hoc,
insomma, ma a chi sarà colto in flagranza il Comune promette multe
certe e anche, nel caso si tratti di edifici pubblici, l’immediata
denuncia per i reati di danneggiamento o imbrattamento, che prevedono
sanzioni fino a mille euro e condanne fino a un anno di reclusione. Se
i muri imbrattati sono di privati, il Comune si impegna a sostenerne
l’azione in giudizio.
Spazi artistici
"Chi ha serie intenzioni
artistiche – ha poi spiegato il sindaco – avrà dei luoghi adatti". Il
Comune ha infatti chiesto ai Quartieri di indicare delle zone il cui
uso sarà messo a bando per le associazioni interessate. Ma Cofferati
avverte: "Le espressioni artistiche sono solo una minima parte di ciò
che si vede sui muri".
Claudia Baccarani
(da City http://city.corriere.it/news/articolo.php?tipo=cronaca&id=61888&id_testata=6)
Tutto questo accanimento contro i writers non vi semba "un po’ eccessivo" (per usare un garbato eufemismo, in realta’ dovrei dire "una cagata pazzesca")?
L’unica nota positiva di tutta la questione e’ che sembra ci saranno piu’ muri in periferia per dipingere
NB: io non sono daccordo con i writers che imbrattano gli edifici dei centri storici e prendo le distanze da loro, ma questi provvedimenti mi sembrano ecessivi considerato anche il fatto che molti writers (nella fatispecie i bombers, quelli che mirano alla quantita’ piuttosto che ala qualita’ dei loro dipinti) sono minorenni e quindi non so se punibili da queste nuove leggi. Il fatto di poter essere multato per POSSESSO INGIUSTIFICATO di spray mi spinge a chiedermi:
1) in futuro ci vorra’ un qualcosa di simile al porto d’armi per girare con una bomboletta in tasca?
2) aumentera’ la produzione di mini bombolette meno ingombranti e vistose?