Firenze.
Martedi 13 dicembre 2011. Ore 12.30 al Mercato di Piazza Dalmazia. 1 ora dopo al Mercato di San Lorenzo.
2 agguati: 2 morti sul colpo, 3 feriti gravissimi.
Muoiono sul colpo Samb Modou e Diop Mor.
Sono ancora in gravi condizioni Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike.
Sono tutti Senegalesi. Tutti venditori di strada. L’assassino ha presto un nome: il 50enne italiano Gianluca Casseri.
La macchina mediatica si mette in moto come ogni volta che c’è un fatto “sensazionale”. Come al solito si intreccia con la macchina politica ed “escono” le prime dichiarazioni a caldo.
Guido Castelnuovo Tedesco consigliere del PDL al Q5 sostiene che <<Il mercato di piazza Dalmazia è da tempo interessato da extracomunitari, che lo presidiano in modo sospetto>>.
GianLuca Lazzeri consigliere regionale della Lega Nord dice <<da tempo la Lega Nord aveva lanciato l’allarme sicurezza in piazza Dalmazia>>.
Giovanni Donzelli consigliere regionale del Pdl afferma <<Regolamenti di conti, sparatorie, infiltrazioni camorristiche e criminalità internazionale: Firenze è ormai e crocevia del malaffare>>.
Non stupisce più nessuno scoprire quanto la politica sia distante dalla realtà. L’abitudine ha la sua forza e nessuno è stupito da dichiarazioni tanto lontane dal vero, tanto false, tanto interessate e talmente simili alle peggiori conversazioni da Bar. La politica non sospetta minimamente quanto la strage di Piazza Dalmazia gli appartenga, sia figlia sua, quanto bene si conoscano la “Lucida Follia” di Casseri e la propria interessata ottusità.
L’assassino Gianluca Casseri è un italiano. Un estremista di destra. Un neofascista. Un antisemita. Un razzista. Un sostenitore e diffusore di queste idee attraverso la scrittura di libri, saggi, articoli su blog e conferenze negli spazi reali e virtuali della destra neo-fascista e neo-nazista italiana. Casseri è un tesserato dell’organizzazione neofascista Casa Pound. Un frequentatore abbastanza assiduo del circolo Agogè di Casa Pound Pistoia da non poterne essere negata la conoscenza da parte di chi ce lo ha invitato a presentare il suo libro “le chiavi del chaos”. Il volto di Casseri è immediatamente riconoscibile da molti antifascisti toscani portati a processo dallo stato per aver tentato di chiudere la sede di Casa Pound Pistoia nell’ottobre del 2009. Alle udienze di quel processo contro 7 antifascisti Casseri era sempre presente.
Forse Casseri ha davvero “perso la testa”, forse aveva deciso di farla finita comunque ma il suo “addio” ha seguito lucidamente gli ideali razzisti maturati e sostenuti per tutta la vita. Idee che hanno trovato spazio e diffusione in circuiti legali e legalizzati nonostante una Costituzione fondata sull’Antifascismo. Idee che hanno trovato approvazione e parole che hanno trovato ascolto nelle organizzazioni e nelle associazioni della destra radicale/ identitaria / non conforme a cui il PDL ha permesso in 10 anni di “rientrare degnamente” nell’arco delle forze politiche democratiche.
Idee, spazi, iniziative, manifestazioni, attività di propaganda e proselitismo contro cui niente ha fatto e voluto fare la sinistra di governo dal livello nazionale fino ai piccoli comuni dove le sedi di Casa Pound, Forza Nuova, Fiamma Tricolore, con tutto il sottobosco di associazioni musicali, culturali, giovanili, sportive, occupazioni non conformi, centri sociali di destra ecc… continuano ad agire indisturbate/i. Una sinistra troppo presa dalla “corsa all’oro” delle competizioni elettorali per accorgersi dei cambiamenti della società o anche solo per ricordare la Costituzione Italiana.
In questo senso la Strage di Piazza Dalmazia è figlia di questa Italia. In questo senso la “lucida follia” di Casseri è figlia di questa politica.
Per tutto questo oggi commemoriamo e siamo vicini a Samb, Diop, Moustapha, Sougou e Mbenghe colpiti come innocenti solo per il colore della loro pelle e per la loro condizione di venditori di strada migranti.
Per tutto questo il Lutto di oggi deve essere un Grido di ribellione e lotta da aggiungere a quelli di ogni giorno per il riconoscimento di Pari Diritti sociali, civili e politici a tutt* i/le migranti in Italia e nel mondo. Per tutto questo neanche oggi accetteremo “lezioni di antirazzismo” da rappresentanti delle istituzioni che continuano a ostacolare il riconoscimento delle residenze ai migranti, che negano il diritto alla casa e all’accoglienza mascherandosi con la foglia di fico di progetti di inclusione “a tempo determinato”, che tollerano il lavoro nero strizzando l’occhiolino a imprese medie e grandi, che “sorvegliano” sulla “democrazia” perchè non significhi mai autonomia, uguaglianza, partecipazione dal basso.
Anche oggi è un giorno di lotta. Contro il razzismo prodotto dalle politiche migratorie e dalle campagne securitarie che condizionano e alimentano le banalità da bar. Un giorno in cui ribadire le responsabilità di mass media e giornali nella costruzione quotidiana dei mostri, delle paure e delle ansie metropolitane, nell’uso dei mai estinti stereotipi neo-coloniali e di nuovi argomenti perbenisti per criminalizzare le migliaia di migranti e stranieri che lavorano e vivono in Italia.
La strage di piazza Dalmazia non è stata un regolamento di conti tra bande criminali di stranieri, non è stato il simbolo del “degrado”, non ha “dimostrato” l’impossibile convivenza tra italiani e stranieri. La strage di piazza Dalmazia ha dimostrato invece quanto occorra chiudere ogni spazio ai neofascisti e quanto gravi siano complicità e silenzi di forze politiche e mass media.
Le manifestazioni spontanee e immediate di migranti e antirazzisti dimostrano quanto sia necessario organizzarsi dal basso per sconfiggere razzismo e sfruttamento in tutte le sue forme e da qualunque parte provengano.
Csa NexT-Emerson